A molti di noi è capitata l’esperienza di essere stati trattati male, di non aver ricevuto amore o di non averlo ricevuto come lo si sarebbe voluto. Molti di noi hanno vissuto traumi ripetuti fin dall’infanzia, famiglie di origine problematiche o, all’opposto, famiglie della “Mulino Bianco” dove non ci si poteva sentire liberi. È comune la sensazione di non essere stati amati, scelti, accettati, desiderati e quindi di essere adulti che, anche se non consapevolmente, si comportano come se non avessero diritto a questo, come se per loro non ci fosse niente di buono perché niente di buono arriva.
In realtà la prospettiva è proprio contraria: niente di buono arriva poiché pensiamo nel profondo che niente di buono ci sia per noi. Non avendo sperimentato l’amore profondo e l’accettazione, quando incontriamo qualcosa di potenzialmente diverso sulla nostra strada ne abbiamo tanta paura e non riusciamo ad entrarci in contatto, ci autoboicottiamo proprio per la paura della sofferenza perché per noi quel qualcosa di nuovo è qualcosa che non riusciamo a controllare.
Ci accontentiamo delle briciole che ci arrivano dall’esterno rimanendo fermi ed inerti ad aspettare che arrivino senza poter pensare di muovere un passo verso quello che desideriamo realmente. Anzi, nella maggior parte dei casi non ce lo chiediamo neanche o non ce lo chiediamo per lunghissimo tempo quello che desideriamo realmente, tanto siamo concentrati su ciò che non abbiamo avuto.
Vittima e carnefice
Quella appena descritta è la posizione della vittima. Chi si mette in posizione di vittima è cieco e sordo, ci si mette per proteggersi dal dolore che eventualmente potrà arrivare, dolore comunque già visto e conosciuto. Tuttavia, chi ha avuto a che fare con chi si identifica totalmente con questa posizione per lunghissimo tempo, sa bene che questa persona è in grado anche di fare molto male nel rapporto con l’altro, con le parole o con i suoi comportamenti; può anche essere che non se ne renda conto o non gli dia importanza, si identifica con il suo dolore e vede solo quello.
Ma noi ci siamo mai soffermati a pensare che atteggiamento abbiamo nei confronti della nostra vita? Si, la nostra vita, perché la vita è nostra, non di qualcun’altro. La vita è nostra in tutti i sensi; abbiamo la responsabilità delle scelte che prendiamo per noi e non è un caso ciò che ci accade ma tutto avviene per una ragione e perché deve insegnarci qualcosa.
Tutto ciò che di
brutto o doloroso abbiamo vissuto può essere trasformato per creare nuova vita
per noi. Si ma come?
Da vittima a protagonista
Abbiamo la possibilità di trasformare la nostra vita scegliendo di farci aiutare a trasformarci da vittime in protagonisti. Non si tratta di essere supereroi ma persone normali che decidono di fare un percorso di bonifica del male ricevuto e dato, guardare in faccia il dolore vissuto per poterlo emotivamente superare, lasciarselo alle spalle e decidere che le proprie ferite sono ormai rimarginate.
Decidiamo di non delegare all’esterno la nostra felicità, di non delegarla ad una persona, ad un lavoro, al caso, ma decidiamo di creare le condizioni perché essa si realizzi nella nostra vita, con tutti i costi che ne conseguono…ma anche gli enormi benefici!!
Artisti della propria vita
Uno dei punti fondamentali dell’antropologia personalistica esistenziale di Antonio mercurio è quello di divenire artisti della propria vita. L’artista è colui che crea bellezza laddove non c’era prima, è colui che crea un’opera nuova con materiali che non hanno una forma e un valore definito ma che lavorati e trasformarti acquistano un nuovo senso, un nuovo valore, una nuova finalità, una nuova bellezza. È così che possiamo prendere il materiale della nostra vita dolorosa e trasformarla in motore creatore di nuova vita.
Certo non è né un capovolgimento facile né veloce né indolore. Dobbiamo essere pronti a rinunciare al nostro immobilismo, alla nostra sete di vendetta, alla necessità di controllare tutte le cose; dobbiamo prepararci e allenarci alla speranza, alla tenacia, alla fiducia, al perdono, alla scelta. È solo in mano nostra la decisione se ne varrà o meno la pena.
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Dott.ssa Lucina Cicioni – Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Lucina Cicioni
PSICOTERAPEUTA
Specializzata in Psicoterapia Analitica Esistenziale, iscritta all’Albo degli Psicologi della Regione Abruzzo dal 12/02/2000 con il n° 567.